La mia collezione di francobolli delle Isole Faroer

Storia

 

I primi veri contatti con il resto del mondo gli antichi abitanti delle Faroer li ebbero nel 9° secolo, al tempo del re norvegese Harold Farhair (872), che introducendo tasse sui suoi sudditi, provoco i primi profughi, … anche verso le Faroer.

Nella “Fareyinga saga” (opera islandese del 13° secolo), viene  narrata la conversione forzata al cristianesimo attorno all’anno mille e la sottomissione al regno di Norvegia (1035). Essa e stata tradotta da Snorri Sturlusson nel 1225, e leggendola, possiamo ricordare quei tempi antichi e gloriosi, abbandonando un po’ la storia per la leggenda:

“Ólaf il Bianco, il conquistatore di Dublino sposò Auður, che gli diede come figlio Porstein il Rosso.

Ólaf muore in battaglia e Þorsteinn, con la madre, raggiunse in uno dei loro numerosi viaggi le isole Ebridi ove trovò e sposò Þuriður, che gli diede un figlio maschio e sei femmine. Una di queste si chiamava Olöf.

Anche Þorsteinn, dopo molte battaglie e conquiste in Scozia, morì in combattimento e sua madre, con le sue figlie, emigrò verso l’Islanda, ma durante il tragitto si fermò alle isole Faroer (e qui comincia la Storia!), ove non trovò di meglio che combinare un matrimonio tra sua figlia Olöf (che ora, in ossequio allo spelling faroese, chiameremo Olúva Tórsteindóttir) ed il figlio di una delle più importanti famiglie delle isola, Tróndur, che viveva a Gøta, sull’isola di Eysturoy (proprio dove era andato a vivere Grimur Kamban!).

Auður fu un’importante figura nel periodo storico, sia in quanto donna con diritti su vasti territori ad ovest, sia in quanto cristiana.

Tróndur ed Olúva Tórsteindóttir ebbero due figli, Skeggi e Sólmundur.

A quei tempi le Isole Faroer erano amministrate tramite dei piccoli parlamenti locali, i tings, ed un’assemblea generale, il løgting, che si teneva a Tinganes, la moderna Tórshavn. Pochi capi dominavano le isole, occupandole con i propri familiari e servi (schiavi sino al 1200).

La più importante, e quindi “più nobile”, di queste famiglie era appunto la famiglia Gøtuskeggiar, quella di Tróndur.

Essa era alleata con gli Havgrimur di Suduroy e sostenevano il re di Norvegia Harald Greycloak, mentre a Skuvoy i fratelliBrestin e Beinir sostenevano il rivale del re, Earl Haakon.

Havigrimur in particolare era in forte disaccordo con i due fratelli di Skuvoy, al punto che tese loro un’imboscata mentre rientravano a Stora Dimun dopo aver badato alle loro pecore a Litla Dimun, e li uccise. Nello scontro morì anche Havigrimur ed a questo punto ambedue le due fazioni rimasero senza leader.

Trondur, che era stato presente allo scontro, seppur senza avervi partecipazione attiva, si trovò quindi ad avere, di fatto, il controllo sull’intero arcipelago.

I due figli di Brestin e di Beinir, Sigmundur Brestisson e Torir Beinisson, che erano stati risparmiati, furono inviati come schiavi in Norvegia.

Lì presto furono emancipati e si posero al servizio dell’amico dei loro padri Earl Haakon, ora più autorevole dopo la morte del re Harald Greycloak.

L’aiuto che diedero durante molte spedizioni vichinghe fu così apprezzato da Haakon, che donò loro due navi armate per la loro vendetta.

Brestisson e Beinisson ritornarono e sconfissero Trondur, obbligandolo a sottomettersi al re di Norvegia Haakon. Gli fu tolto il potere, ma gli fu lasciata la casa ed i possedimenti: caduto, ma, come vedremmo poi, non domato!

Nel frattempo in Norvegia aveva acquisto potere Ólafur Tryggvason, un vichingo che si era convertito al Cristianesimo e che aveva cominciato a “convertire” popolazioni prima in Norvegia e poi alle Orkney ed alle Shettland.

Egli invitò Sigmundur Brestisson alla sua corte e gli propose che, se lo avesse aiutato a convertile gli abitanti delle Isole Faroer, gliene avrebbe dato la sovranità.

Nel 999 Sigmundur, accompagnato da alcuni preti di corte, cercò di convincere il Løting di Tinganes, ma trovò una forte opposizione in Trondur, che era estremamente efficace nel difendere la religione dei suoi padri.

Sigmundur Brestisson non trovò niente di meglio che organizzare il rapimento di Tróndur, battezzalo per forza e portarlo in giro per le isole per convincere gli altri a farsi battezzare.

Anche la morte di Ólafur Tryggvason non cambiò le cose, perché i successori , Erik e Sven, figli di Haakon, continuarono ad appoggiare Sigmundur e Tótir, che poterono costruire la prima chiesa, vicino alla loro fattoria, a Skuvoy.

Ma Trondur non si era certo arreso e, dopo due falliti tentativi di uccidere i due fratelli, li colse di sorpresa nella loro casa. I due fratelli si difesero con onore, ma dovettero soccombere, fuggendo a nuoto per cercare di mettersi in salvo sull’isola di Stora Dimun. Ma la forte corrente li spostò verso Suðuroy, lontana oltre 11 km. Solo Sigmundur riuscì a sopravvivere e raggiunse la riva a Sandvik, ove però giunse stremato e finì ucciso, rapinato del suo anello d’oro.

Passarono alcuni inverni prima che la cosa si seppe: allora Trondur catturò gli assassini e li giustiziò, dando poi pietosa sepoltura alla spoglie di Sigmundur Brestisson presso la chiesa di Skuvoy; quindi pose fine alla faida unendo in matrimonio un discendete di Havgrimur (Leivur Øssursson) e la figlia di Sigmundur, Tóra.

Tróndur e molti abitanti delle isole Faroer continuarono quindi ad adorare gli dei Vichinghi, ma oramai il Cristianesimo allargava la sua influenza su tutta Europa e la resistenza dei Faroesi volgeva verso la fine.

15 anni dopo il nuovo re di Norvegia Ólafur Haraldsson riprese il progetto e molti capifamiglia trovarono più conveniente allearsi con il re.

Ma Tróndur no, egli rifiutò non solo la nuova religione, ma anche di pagare le tasse al nuovo re e questo sino alla sua morte, che avvenne nel 1035, sotto il regno di Magnús Ólafsson.

Il succesore di Tróndur, Leivur Øssursson (quello del “matrimonio pacificatore”), s’inchinò al nuovo re ed alla nuova religione e così, dopo l’Era dei Monaci, terminò anche l’Era dei Vichinghi.

Sigmundur Brestisson e Tróndur, due figure epiche della leggenda Faroese. Per l’autore cristiano della “Saga delle Faroer” non vi erano dubbi: il primo, Sigmundur, era una specie di “cavaliere bianco”, di “crociato” che combatteva contro il selvaggio Tróndur, arroccato in primitive e selvagge credenze.

Ma pensate a quanta forza doveva sprigionare il cuore di Trondur, quanto amore per la sua terra e per le sue origini, minacciate da barbare credenze straniere. Pensate al senso dell’onore che dovette avere quest’uomo, che giustiziò gli assassini del suo nemico e che ne ricompose le spoglie in quel tempio cui lui non credeva, ma che comunque, evidentemente, rispettava.

Sparisce con lui un mondo fatto di valori concreti, basato sui concetti dell’onore e del rispetto per gli altri, in cui l’avversario veniva forse ucciso, ma non certo “battezzato per forza”, lasciato alla sua ordalia, non “salvato” contro la sua volontà.”

Con il la morte di Tróndur termina anche l’indipendenza delle Isole Faroer: nel 1035 anche il Løgting perde potere, anche se continuerà a riunirsi, con giurisdizione limitata, sino al 1380

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